Intendiamo raggiungervi, là dove siete, in questa notte diversa da ogni altra, e sempre, o ancora, capace di andare a rintracciare il nudo, piccolo essere, quella parte di noi più “piccola”, più vera, schiacciata, sprofondata nei detriti di una quotidianità che ci graffia tutti, e ci rende irriconoscibili.
Ma lei c’è.
Esiste.
E’ quella parte di noi che porta impresso il sigillo e lo splendore della verità di ogni uomo e di ogni donna.
E chiede di essere liberata, di avere respiro e palpito e sguardo, profondo …
Chiede di amare.
Concederle di amare è riscoprire il significato della Vita, il significato del nostro esistere in questo mondo, terribile e bellissimo.
Non abbiamo paura, almeno in questa notte, di chinarci su di lei e di “riconoscerla”, lei che è bellezza, pienezza, significato, poesia, verità di noi stessi.
Tendiamole la mano e lei la afferrerà e, ancora in questa notte, saprà condurci, lei lo sa fare … l’ha già fatto.
Quando?
Quando, in un breve spazio di silenzio tra le mille cose, i mille pensieri di ogni giorno, noi l’abbiamo ascoltata.
Lei ci parlava di una realtà lontana, di un Villaggio tra monti di fiaba, dove creature stremate per la fame e la sete avevano trovato cibo e acqua e cure e amore. Sopratutto amore.
Ma di quale amore ci parlava?
Lei ne conosce uno solo, lei sa amare solo desiderando “ il bene “.
Non volendo bene, ma volendo “ il bene “, e questo fa una grande differenza.
Così, dopo aver parlato, lei ha lasciato uno spazio vuoto, offerto … al dono, o al rifiuto.
Ma è stato dono, è stato amore, tanto amore, il vostro, che poi è lo stesso di Francesco e di Nevia, sì… lo stesso, perchè tutti, – loro laggiù ad Adwa, e voi qui, – avete voluto “ il bene “ di tutte quelle creature.
Davvero Buon Natale, ad ognuno di voi.
Luciana