Ci è concesso, in occasione del Natale, dare voce ad un pensiero che ci ha accompagnati sempre, nel corso di quest’anno, ogni volta che giungevano i versamenti che permettono ormai a centinaia di creature di avere accesso alla vita?
E parliamo di vita concreta, di carne e sangue, di sorrisi e di pianti, di speranze ritrovate, di paure fugate.
Ecco, il pensiero è questo: dentro l’impegno di quell’adozione, di quell’offerta, ognuno si è donato in una forma a lui propria, ha lasciato fluire da sé qualcosa che urgeva dentro e quel qualcosa era vita, perché scaturiva da un amore totalmente gratuito, il solo capace di generare altra vita, di creare vita dove prima c’erano solo morte e disperazione.
L’augurio per questo Natale è che ognuno sappia riconoscere la forma di quel suo dono e con occhi profondi ne colga il nucleo più vero, per scorgervi tutta la bellezza di un amore che si è fatto cura e pensiero e tenerezza per un’altra creatura lontana, nella certezza dolce e consolante che quella creatura adesso “sa”, ha imparato “una lingua” prima sconosciuta, che ha suscitato in lei sentimenti di speranza, di fiducia, di sicurezza, di gratitudine ed ha liberato nel suo cuore un canto mai udito, ed è un canto di felicità.
Risuoni, nella notte di Natale, il suo canto ed il tuo, all’unisono, e salgano in alto – su, su – a dire “grazie” per questo dono di amore che ci è stato messo tra le mani e che non abbiamo sprecato.
Buon Natale!
Luciana