Costruiamo la strada per Maga’Uma

Si tratta di un progetto realizzato e completato negli anni tra il 2012 e il 2013, consistente nella costruzione di una strada di collegamento per unire tra loro 14 villaggi isolati tra le montagne nella regione dell’Irob e collegarli alla cittadina di Alitena, da dove si può poi raggiungere Adigrat, il centro abitato più importante della regione.

La strada, lunga circa 10 chilometri, inizia appunto ad Alitena e termina a Maga’Uma, il più lontano e il più importante dei villaggi della zona. Era stata richiesta più volte dagli abitanti, ma nessuno aveva mai trovato i soldi per costruire questa piccola infrastruttura che, per quei villaggi, costituisce, come hanno detto gli abitanti “la realizzazione di un sogno”.

Prima della strada, il collegamento esisteva solamente attraverso sentieri scoscesi tra le montagne della regione, percorribili solo a piedi o a dorso di asino.

Il costo complessivo è stato di circa €. 100.000, in parte raccolti lanciando il progetto denominato “vuoi regalare un metro di strada” che ha avuto un grande successo, anche perchè il costo di un metro di strada era solo di 10 Euro.

Il tutto è avvenuto piuttosto casualmente, come potrete apprendere leggendo il seguente testo, che abbiamo predisposto all’epoca per far conoscere il progetto ed “entrare” nella realtà locale, comprendendone alcuni aspetti che, altrimenti, resterebbero del tutto sconosciuti.

Hai mai regalato un metro di strada ?

Riceviamo di frequente richieste di aiuti di vario genere, con proposte di iniziative spesso improbabili o, comunque, non realizzabili da parte della nostra piccola associazione.

Tra le tante, ci aveva colpito un progetto sottopostoci tempo addietro: la costruzione di una strada per collegare alcuni villaggi sperduti tra i monti al confine con l’Eritrea. La descrizione del luogo, l’isolamento della gente, le difficoltà di arrivare alla cittadina più vicina per gli approvvigionamenti o per le necessità sanitarie, avevano fatto rimanere nel cerchio della nostra attenzione questo progetto, anche se non riuscivamo a immaginare di poter realizzare qualcosa di così importante.

Abbiamo cercato di approfondire le generiche notizie contenute nel progetto, ma le risposte erano piuttosto incomplete così che, chiarito un aspetto, se ne presentava subito un altro. Sembrava che il progetto dovesse essere definitivamente accantonato, però continuava ad attrarci.

Non più partorienti portate a dorso di mulo per chilometri, per giungere alla più vicina cittadina, con viaggi che spesso risultavano inutili. Non più persone prive di una seppur minima assistenza sanitaria, come la disinfezione di una ferita, la sutura di un taglio più profondo, un antibiotico, un antidiarroico. Tutti eventi che possono avere conseguenze drammatiche o tragiche. E poi la possibilità per i bambini dei villaggi più isolati di frequentare la scuola; fare provviste di beni alimentari primari; superare un isolamento ancestrale, tra montagne a un tempo bellissime e ostili.

A fine gennaio stavamo organizzando un viaggio per andare a controllare i lavori di due pozzi, in una zona particolarmente arida, la cui costruzione avevamo finanziato. Proprio prima della partenza ci è arrivata la richiesta: “Perché, invece dei pozzi, non andate a vedere i luoghi dove potrebbe essere costruita la strada? È più importante. Ve la sentite?”

Non abbiamo potuto rispondere di no.

Il giorno seguente siamo partiti in direzione di Alitena, la piccola cittadina dalla quale dovrebbe partire la strada. Arrivati sul posto, abbiamo trovato che erano già percorribili alcune centinaia di metri – fino al fiume che si trova in fondo alla vallata – ottenute con uno sbancamento precario sul ripido fianco della montagna. Così abbiamo potuto percorrere con il nostro fuoristrada questo primo tratto. Giunti al fiume – in questo periodo poco più di un rigagnolo con pochi centimetri di acqua – ci è venuto incontro un gruppo di uomini e donne, muniti di pale e picconi, che ci hanno accolti con canti di benvenuto ed hanno voluto che ci arrampicassimo su un ripido sentiero fino a una casa, in cima ad una montagna, dove condividere il pranzo.

Dopo il pranzo numerose altre persone, venute dai villaggi vicini – la notizia del nostro arrivo era volata di villaggio in villaggio – ci hanno voluto incontrare, raccontando ognuna una propria storia drammatica, situazioni familiari estreme, alle quali la strada avrebbe potuto porre rimedio.

La zona è aridissima e molto impervia. Le pochissime coltivazioni terrazzate sono strappate alle rocce, ai sassi, alla polvere, ma sono così piccole e i raccolti sono così scarsi, per la mancanza di acqua, da costringere la gente, per sopravvivere, a dedicarsi ad una magra pastorizia di capre, le meno esigenti tra gli ovini, capaci di saziarsi con piccoli sterpi secchi e durissimi, che scovano e strappano da un suolo arido e avaro.

Avevamo visto, avevamo ascoltato. Ora dovevamo dare risposta.

Nei giorni seguenti abbiamo rivisto il progetto, valutandolo sulla base dell’esperienza vissuta.

La strada sarà lunga circa 10 chilometri. Il lavoro, tutto manuale – salvo l’utilizzo di esplosivi per alcune zone particolarmente rocciose e di ruspe per qualche sbancamento – sarà eseguito a mano dagli abitanti dei 14 distretti che saranno collegati dalla strada, affinché ciascun villaggio partecipi alla costruzione e ciascuno degli abitanti abbia la sua parte di lavoro e di retribuzione.

Il costo complessivo? Circa €. 100.000, pari a 10 Euro al metro. 10 Euro per ciascun metro della strada da Alitena a Maga’Uma.

È stato impossibile, in questi tempi difficili, non essere colpiti dalla esiguità di questa somma – 10 Euro per ogni metro – considerato il peso, la fatica, le difficoltà, i rischi, l’impegno di quella gente che alla montagna dovrà strappare, insieme alla pietra, la vita.

“Ve la sentite”, ci avevano chiesto?

Abbiamo risposto di si.

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